Come qualità siamo ancora ben lontani, ma nella stagione appena chiusasi con la vittoria dei Seattle Sounders nella finale di MLS Cup contro Toronto, la MLS oltre ad aver superato la Serie A per media spettatori è balzata in testa anche per numero di milionari in campo.
Del totale dei giocatori sotto contratto con la MLS , il 5% guadagna un salario lordo di almeno €100,000 ($107,000) per settimana, contro il 3% in Italia. Le cifre sono il risultato di uno studio condotto da Verve Search, società londinese di marketing, e Axo Finans, società norvegese di consulenza finanziaria.
Kaká ($135,000 a settimana) è il più pagato della lega davanti a Sebastian Giovinco ($134,000), ma nella speciale classifica la coppia si piazza immediatamente dietro all'attaccante Juventus Gonzalo Higuaín ($159,000 a settimana). Gli altri due giocatori della Serie A che guadagnano oltre €100,000 la settimana in Serie A sono l'altro juventino Miralem Pjanic e il centrocampista della AS Roma Daniele De Rossi. Militano invece in MLS sono Michael Bradley (Toronto FC), Andrea Pirlo (NYCFC), Steven Gerrard (LA Galaxy) e Frank Lampard (NYCFC), questi ultimi due alla loro ultima stagione in campo.
A livello globale, il maggior numero di milionari gioca però in Premier League (ben il 49%), davanti alla Liga ed alla Chinese Super League, entrambi al 15%.
Certi numeri possono dare l'idea di una MLS da cimitero degli elefanti, a ciò che forse lo studio mette in mostra è il declino subito dalla Serie A negli ultimi anni. Il nostro campionato, dopo aver dominato tra gli anni '80 e l'inizio dei 2000, ha subito negli ultimi 10 anni una serie di contraccolpi pesantissimi tra corruzione (vedi Calciopoli calci-scommesse) e violenza. A ciò si è aggiunta una notevole mancanza di concorrenza, con la Juventus vincitrice degli ultimi 5 Scudetti e l'Inter dei cinque precedenti (anche se quello del 2005/06 fu assegnato causa Calciopoli e tuttora contestato). Secondo lo studio, proprio quest'assenza di concorrenza vera per la conquista del titolo ha causa un calo di interesse anche nel pubblico televisivo, riducendo le possibilità di incasso delle società.