"Qua non parla, vedo che quando va là parla sempre. Bisogna parlare con lui perchè sono interviste delicate anche per la traduzione. Sarebbe meglio chiamare Honda se riuscite a farvi capire. Fa il napoletano, capisce quello che vuole capire". Un paio di settimane fa Sinisa Mihajlovic è stato chiaro sulle interviste di Keisuke Honda, che tende a parlare solo quando è all'estero, e stavolta lo ha fatto di nuovo, seppur in America e non in Giappone.
Durante le vacanze di Natale infatti Honda è volato in California per un 'clinic' con 100 ragazzi allo StubHub Center di carson (CA), la casa dei Los Angeles Galaxy, dove intende lanciare una sua scuola calcio basata sugli stessi metodi che già applica nelle sue 50 scuole in giro per il Giappone.
Il 29enne nazionale giapponese è convinto che gran parte del suo successo, delle sue capacità tecniche - passaggi, tiri, punizioni - siano dovuti non ad un talento naturale, ma al duro lavoro fatto di allenamenti e ripetizioni continue. Un impegno che gli ha consentito di crescere nell'Osaka ed esordire nel Nagoya Grampus e poi in Nazionale, rima di trasferirsi al CSKA di Mosca. “Non ero un talento", ha raccontato Honda a Fox Sports negli USA. “C'erano molti buoni giocatori intorno a me quando ero giovane, e ho pensato di aver bisogno di allenarmi da solo, e questo mi ha aiutato”.
Honda è infatti un esterno pratico e concreto, avvezzo al sacrificio. “Keisuke magari non riesce a farsi amare dal nostro pubblico – ha detto di lui Riccardo Montolivo – ma sotto l’aspetto tattico è un giocatore incredibile“. Dunque, un lavoratore, un operaio della fascia al servizio della squadra.
Non solo campo però, perché Honda ha anche fondato una società, la Honda Estilo Ltd., attraverso cui ha fondato e sviluppato tre diverse academies in Giappone, arrivando lo scorso mese ad inaugurare un complesso sportivo da $4 milioni alla periferia di Tokyo. La sua società ha persino acquistato lo scorso giugno un club austriaco di terza divisione, l'SV Horn, per costruire una piattaforma europea per i giocatori asiatici, ed ha già ingaggiato un paio di giapponesi.
Ma il prossimo passo è inevitabilmente verso gli Stati uniti, la vera nuova frontiera del calcio mondiale, passando prima per la creazione di un'academy, sfruttando la sua immagine sulla West Coast, dove c'è un notevole pubblico potenziale di origine asiatica. "Negli Stati Uniti c'è un grande potenziale di talento. Non avevo talento, ma da giovane sognavo di giocare per il Milan ed altri grandi squadre. Sono convinto che coi nostri metodi d'allenamento molti di questi ragazzi possano raggiungere i loro obiettivi".
Ma il prossimo step potrebbe essere un suo trasferimento negli States. Il suo contratto col Milan, dove finisce in panchina abbastanza spesso e ha più volte espresso il suo scontento, è in scadenza a giugno 2017, ma i rossoneri non avrebbero problemi probabilmente a lasciarlo libero a gennaio dello stesso anno. E per lui potrebbe schiudersi le porte dei Los Angeles Galaxy, pronti ad accoglierlo a braccia aperte, visto anche che questa è l'ultima stagione da calciatore di Steven Gerrard, Inoltre, nel 2017 sbarcherà in MLS il nuovo rivale cittadino, l'LAFC, e i Galaxy avranno bisogno di almeno un nome di livello per non farsi oscurare.
E Honda non si tira indietro, lasciando presagire persino qualcosa di più. “Sono molto interessato alla MLS, ma non so se vi giocherò. E' una lega in grande crescita, con tanti giocatori famosi. Diciamo però che ho grandi sogni per gli Stati Uniti in futuro. Abbiamo un grande team [riferendosi alla sua società, Ndr], ma ancora non posso dire chi vi sia coinvolto. Ma vi sorprenderemo in futuro, tenete gli occhi aperti". Per lui un futuro da proprietario alla Beckham in MLS?