Un po’ di nostalgia la proveranno i tifosi italiani che non potranno più godersi i suoi colpi “da Maestro” sui campi della serie A. Difficilmente la proverà Andrea Pirlo, pronto a debuttare negli Stati Uniti con la maglia del New York City Fc dopo aver vinto gli ultimi cinque scudetti (uno con il Milan e quattro con la Juve). «Ho ancora una grande passione e questa nuova sfida è stimolante per me – ha spiegato il centrocampista durante la presentazione ufficiale a Manhattan - : sono qua per vincere e per aiutare la MLS a crescere, non per fare il turista o l’uomo immagine».
L'ingaggio di Pirlo è sorprendentemente basso rispetto ad altri top player della Mls: "Il calcio è una cosa, il denaro un'altra. Non ho bisogno di giocare per soldi, ma lo faccio perché amo giocare a calcio. La cosa più importante è il campo, poi se uno dimostra ottime qualità è giusto che venga premiato, ma ripeto, non gioco per soldi e ho la fortuna di non doverlo fare". A New York c'è una forte comunità italiana: "Spero vengano in tanti allo stadio per seguire la squadra e me, li faremo divertire di sicuro" ha commentato il centrocampista.
"Nella mia carriera non sono mai stato un personaggio da copertina - ha continuato Pirlo parlando del suo ruolo nel nuovo campionato -. La cosa più importante per me è giocare a calcio. Il torneo è ancora lungo, la squadra è nuova ma adesso dobbiamo guardare avanti e raggiungere i playoff. Sono sicuro che ce la faremo".
La Juve è già un ricordo per Pirlo, che non cita mai i bianconeri e al massimo ricorda la sua ultima sfida giocata nella sua “vecchia” vita calcistica: la finale di Champions di Berlino. «Purtroppo quando le giochi – commenta - e le perdi la delusione rimane per un po’. Però la delusione più grossa è quella del 2005 a Istanbul: quella col Barcellona è stata forte perché sapevo che sarebbe stata la mia ultima finale di Champions, ma non come dieci anni fa».
Non può cancellare l’anagrafe e i suoi 36 anni, ma la classe è sempre uguale. «Io non mi sento vecchio – rilancia Pirlo – e non sono venuto qui per i soldi. Io ho sempre giocato per amore di questo sport». E proprio la passione lo spinge a tenersi stretta la Nazionale: "Ho parlato con Conte - ha rivelato - e ha avallato la mia decisione. Se vuole venire a vedermi è il benvenuto, poi deciderà lui. Io sono a disposizione, ma dipenderà da quello che farò in campo. La Mls è un campionato in crescita e con un livello molto buono. E' un calcio fisico, ma ci sono molti sudamericani. Speriamo possa crescere ancora. Per quanto mi riguarda ho ancora una grande passione e questa nuova avventura l'ha fatta aumentare. Se non l'avessi più come prima forse sarei rimasto in Italia a giocare qualche partita, invece ho accettato questa sfida. Voglio vincere col New York City, è il mio nuovo obiettivo". A partire da domenica, quando sfiderà il suo amico Kakà.