Stavolta niente corsa, niente smorfie, niente braccia alzate verso il cielo di Berlino. Andrea Pirlo piange in mezzo al campo co- me un bimbo che ha appena perso il suo orsacchiotto preferito. Inconsolabile. Piange perché questa Champions doveva essere sua, perché è difficile accettare che dopo la gioia incontenibile del Mondiale l’Olympiastadion possa diventare lo stadio di qualcun altro. Piange forse anche perché sa che questa potrebbe essere stata la sua ultima partita con la Juventus.
Pirlo è stanco, si è scritto e detto più volte in quest’ultimo periodo. Il calcio americano, molto ricco e an- che molto meno stressante, lo vuole e lui è propenso ad ac- cettare il corteggiamento della squadra di New York. Perché il talento quando ce l’hai nessuno te lo toglie, e Pirlo anche ieri sera l’ha dimostrato, ma arriva un momento in cui le gambe non vanno più alla stessa velocità del- la testa.
Chissà che cosa si sono detti lui e Xavi quando si sono abbracciati a fine partita. Lo spagnolo ha già comunicato l’addio al Barça, Pirlo invece ha sempre ripetuto «Deciderò dopo la Champions». [...] (Gazzetta dello Sport)
Ma sulla destinazione finale New York City FC sembrano ormai esserci pochi dubbi.