Qualche giorno fa tutta l'élite del soccer americano si è riunita in occasione della presentazione del calendario della Concacaf Gold Cup, e il CT USA Jurgen Klinsmann ha fatto il punto della situazione in vista dell'avvio del percorso che si chiuderà con i Mondiali di Russia del 2018. Gran parte del discorso di Klinsmann è stata focalizzata sulle sfide per i giovani giocatori americani nel loro percorso per diventare dei top players, sia che giochino in Major League Soccer o all'estero. E non ha risparmiato critiche per nessuno.
Il calendario e le sfide MLS
Per Klinsmann il problema MLS rimane quello di una lega che non abbastanza difficile per i migliori calciatori americani. Già lo scorso autunno il CT e il commissioner Don Garber non se la sono mandata a dire, con quest'ultimo che ha chiesto pubblicamente all'ex interista di smetterla di denigrare la lega. Ma il dibattito ora si sta focalizzando sulla scelta dei vari Altidore, Bradley e Dempsey, che stanno preferendo i soldi di casa al mettersi alla prova in Premier League, Bundesliga o Serie A.
Ma nel meeting della CONCACAF tenutosi a Philadelphia, Klinsmann è sembrato più preoccupato per i giovani USA e per i problemi di calendario della MLS, molto spesso in conflitto con le date FIFA, tanto da far saltare varie partite con l'Under 20 o l'Under 23 a vari giocatori, visto che i club sono obbligati a rilasciarli sono in date ufficiali. Una questione di importanza fondamentale nell'anno in cui l'Under 23 dovrà provvare a qualificarsi per le Olimpiadi 2016.
“Siamo ad una o due settimane dalle partite, e Andi non sa ancora quali giocatori potrà avere", riferendosi al CT dell'Under 23 - e suo vice - Andreas Herzog, che a fine mese giocherà due amichevoli contro Bosnia-Herzegovina e Danimarca. Per Klinsmann, dare ai giovani calciatori la possibilità di gioare con le giovanili della Nazionale è essenziale per la crescita del calcio USA. Un discorso che vale specialmente per molti ragazzi che non scendono quasi mai in campo coi propri club, e che invece con le rispettive nazionali possono mettere nelle gambe altri 15 match di livello internazionale in un anno.
Un problema che in genere non si pone in Europa e Sudamerica, dove i calendari sono allineati con le date FIFA. Ma la MLS, cui Klinsmann riconosce un importante ruolo nello sviluppo del calcio USA, è costretta a giocare in peridodi diversi - con un campionato marzo-dicembre - a causa del clima e di un pubblico non abituato ai match infrasettimanali. Ma per Klinsmann c'è anche il prblema delle poche partite in assoluto. Per esempio, un giocatore di un club di Premier League scende in campo circa 60 volte in un anno, mentre ad esempio i LA Galaxy campioni hanno giocato in tutto poco più di 40 match nel 2014. Metti anche le partite con le Nazionali e un americano della MLS arriva al massimo a 80/90 partite contro le oltre 100 degli altri.
L'importante è che giochino
Di certo anche Klinsmann è convinto non sia un bene per un giovane americano firmare con un club europeo e poi sedere in panchina ad oltranza, ma almeno massimizzare le opportunità di competere a livello internazionale è essenziale per la crescita dei giocatori. “La cosa più importante è che i ragazzi giochino", ha spiegato l'ex CT della Germania, molto frustrato dal vedere i propri Under 17 giocarsela alla pari con i migliori pari età e poi perdersi. "Non riusciamo coprire il periodo tra i 18 e i 22 anni", ha spiegato, insistendo sul fatto che i calciatori americani devono capire meglio come allenarsi e vivere per arrivare al top-
Una questione che Klinsmann ha affrontato direttamente nel ritiro di gennaio, dove dei 30 giocatori chiamati molti sono apparsi fuori forma, fermi anche da due mesi. Nei fitness test pochi hanno raggiunto gli standard previsti, subendo le critiche aspre del CT. Ha provato a difendere sé e i suoi compagni il difensore dello Sporting KC Matt Besler, spiegando che non ci si può aspettare di essere al top in piena off-season. Ma Klinsmann ha spiegato che a differenza loro, i migliori del mondo giocano per 11 mesi e continuano ad allenarsi durante le quattro settimane di stop estive. Non si sdraiano sulla spiaggia con un drink in mano. “Se ti fermi per un mese, te ce ne vogliono due per riprenderti la forma".
Klinsmann, che segue anche il settore giovanile della Nazionale, ha spiegato di essere a stretto contatto con molti prospect, e di aspettarsi tante nuove facce nella squadra del 2018. Ha fatto riferimento a Jordan Morris, sophomore (secondo anno) alla Stanford University e già chiamato in Nazionale contro la Repubblica Ceca. JK ha spiegato a Morris come muoversi nel 2015 per continuare a crescere. Ha poi parlato del talentino 19enne Julian Green, che ha raggiunto ad Amburgo, dove ha qualche problema con l'allenatore, che lo ha spedito tra le riserve. "Sta facendo un'esperienza formativa". Infine, Klinsmann ha espresso apprezzamento per Gedion Zelalem, il 18enne centrocampista dell'Arsenal, nato in Germania da genitori etiopi, ma cresciuto vicino a Washington, considerato pronto per la Nazionale (nonostante un solo match da pro alle spalle con i Gunners) e che a breve dovrebbe esordire dopo aver ricevuto il passaporto.