Dopo aver assistito in prima persona al successo dello sbarco dell'Orlando City in Major League Soccer, l'MLS Commissioner Don Garber ha confermato pubbliciamente che il nome del prossimo expansion team sarà reso noto di qui a “45-60 giorni”.
La MLS vede attuamente 20 squadre per il 2015, con LA ed Atlanta pronte ad entrare nel 2017. Ci sarebbe poi Miami, la franchigia di David Beckham, già annunciata un anno fa ma al momento in grossa difficoltà a causa della mancanza di uno stadio. Al momento comunque la MLS cerca la franchigia numero 24, che entrerà nel campionato entro il 2020.
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Al Citrus Bowl di Orlando erano presenti i rappresentanti di entrambi i gruppi di Minneapolis e poi Sacramento, St. Louis e San Antonio. Ecco le parole di Garber:
“Nei prossimi 45/60 giorni, senza alcun dubbio, annunceremo l'espansione. C'è così tanto interesse nell'expansion che dobbiamo stare attenti. Dobiamo pensare ad un piano che ci consenta di catturare quest'enorme interesse che siamo riusciti ad attrarre”.
Dato che ormai Las Vegas è fuori dalla corsa per il 2020, ma non è del tutto fuori obiettivo, non è da escludere che la MLS possa allargare i propri obiettivi, e si parla già di una possibile quota 28 squadre entro il 2022, considerato il sempre maggior numero di città e di investitori pronti a mettere i soldi necessari ($100 milioni) per l'expansion fee e per costruire uno stadio.
Con Sacramento, Minneapolis e San Antonio che già vedono dei team di successo nelle divisioni inferiori USL e NASL, è facile vedere già delle nuove franchigie pronte alla MLS. A queste potrebbero far seguito Indianapolis, che fa grandi numeri nella NASL e sta per avere un proprio stadio, e magari St. Louis, la culla del soccer USA, a completare la presenza della lega nel Midwest.
In tutto questo entusiasmo da expansion chi preoccupa è però è Miami, che nonostante la spinta della lega e di David Beckham, al momento non sembra avere un futuro certo. Dopo i due no ricevuti su due aree per lo stadio, la prossima deve essere la volta buona. “La prossima scelta deve andare in fondo", ha dichiarato una fonte vicina a Becks al Guardian. “Non ci sarà una quarta opzione. Non ci sarà un'altra possibilità. Lo stadio della Florida International University potrà essere considerato solo in via temporanea”. Il problema è che senza stadio, a Miami non ci sarà alcuna franchigia MLS, che non intende replicare il fallimento che costrinse alla chiusra del Miami Fusion nel 2002.