Stanno iniziando in questi giorni i ritiri delle squadre della Major League Soccer, ma l'attenzione - oltre che sul calciomercato - è tutta per le trattative per il rinnovo del contratto collettivo dei calciatori (CBA), iniziate venerdì, e che vedono al momento le due parti "molto lontane".
La MLSPA, il sindacato dei calciatori, e la lega debbono infatti rivedere il contratto che scadrà il prossimo 31 gennaio dopo 5 anni di vigenza, e all'orrizzonte si avvicina il via della 20° stagione MLS, previsto il 6 marzo,. Se un accordo non dovesse essere trovato in tempo, i rischi sono quelli di un lockout (la "serrata") da parte della lega, o di uno sciopero dei giocatori, possibilità questa menzionata dal centrocampista del Toronto FC e della Nazionale USA l'ex romanista Michael Bradley.
Il deputy commissioner della MLS, Mark Abbott, ha però messo le mani avanti, spiegando a Reuters che le neogoziazioni sono allo stadio iniziale. "E' prematuro in questa fase parlare di sciopero. Nonostante vi sia una serie di questioni ancora da risolvere, ciò è normale in ogni disscussione di contratto collettivo, e il nostro impegno è di continuare a trattare".
Il problmea però appare essere quello di alcuni punti su cui i giocatori non intendono fare passi indietro, come lo svincolo.
Diritti di "free agency"
I giocatori MLS non hanno accesso ad oggi agli stessi diritti degli altri calciatori a livello internazionale, e nemmeno a quello degli altri atleti delle leghe pro americane. "I calciatori ha chiarito molto bene che non possono continuare a giocare con l'attuale sistema. A questo punto siamo molto lontani su alcune delle questioni più importanti", ha detto il direttore della MLS Players Association Bob Foose. "Continueremo a lavorarci, ma è difficile vedere una via d'accordo al punto in cui siamo ora. Quando parliamo di svincolo, parliamo di un diritto garantito ad ogni altro calciatore al mondo".
La MLS ha affermato che, in quanto lega di recente fondazione, ha la necessità di tenere sotto controllo i costi evitando aste per i calciatori, sia a livello nazionale che internazionale. "La nostra struttura ha fornito il fondamento per la crescita della lega sino ad oggi, e per la crescita che ci aspettiamo in futuro", ha affermato Abbott.
Mark Abbott, Deputy Commissioner della MLS
La MLS infatti è una lega totalmente diversa da quelle del resto del mondo. E' una single entity, una vera e propria società di cui gli investitori divengono azionisti ricevendo in cambio i diritti ad operare una franchigia in una specifica area del paese, potendo guadagnare solo sulla vendita dei diritti TV locali o sulle revenues da stadio e da merchandising. Inoltre, è la lega stessa ad essere titolare dei contratti dei calciatori e a garantirne il pagamento, e quando un calciatore MLS è a fine contratto questo ha liberta di trasferirsi all'estero a zero, mentre all'interno della lega i suoi "diritti" rimangono al suo ultimo club, che può imporre una fee di trasferimento (anche se nello scorso CBA sono stati costruiti dei meccanismi per agevolare la questione, almeno per i veterani).
Foose invece spiega come la "free agency" non danneggerebbe la MLS. "Alla base c'è la concorrenza, eche spinge al miglioramento della lehga, delle squadre e anche dei giocatori".
Altro punto sul quale il sindacato dei calciatori insiste è il salary cap, attualmente fissato a quota $3.1 milioni, oltre i quali si possono aggiungere gli stipendi per fino a 3 Designated Players (che comunque pesano sino a $387,500 ognuno sul cap), oltre ovviamente allo stipendio minimo ($48.500 per i giocatori in prima squadra). "Penso che siamo tutti d'accordo, anche la lega lo sarebbe, che si devono spendere più soldi per migliorare. Detto questo, siamo coscienti degli investimenti fatti, e le nostre proposte sono state costruite per essere relaistiche e finalizzate alla crescita della lega", ha chiosato Foose.
Intanto il 6 marzo si avvicina, e i rischi di un mancato accordo sono altissimi da entrambe le parti. Per la MLS perché prende il via un nuovo accordo TV insieme al lancio delle due nuove franchigie New York City FC e Orlando City SC, e uno sciopero sarebbe una pessima vetrina. Dall'altra parte, portare avanti uno sciopero per i calciatori MLS non è certamente semplice. A parte stranieri e veterani, molti altri hanno un ingaggio che li pone al limite della povertà, specie per chi vive in città come NY, LA o Seattle. Le trattative continuano.