A quanto pare inizia a sorgere qualche preoccupazione per il futuro del New York City FC. Questione stadio a parte (il club giocherà almeno tre anni sul campo da baseball dei NY Yankees), i problemi sembrano infatti iniziare a prefigurarsi anche dal punto di vista tecnico.Almeno se si segue la Hyunday A-League australiana.
E' lì infatti che gioca David Villa, attaccante della Nazionale spagnola ingaggiato dal New York City FC per la stagione 2015, ma nel frattempo spedito in prestito. Reduce da una grande stagione all'Atletico Madrid, chiusa con vittoria nella Liga e la finale di Champions League perssa ai rigori col Real Madrid. Poi un Mondiale sottotono, come quello di tutta la Spagna campione in carica, eliminata al primo turno. Per lui solo un gol contro l'Australia, e poi il volo a NYC per la presentazione col nuovo club MLS e il prestito a Melbourne.
Perché l'Australia? Il passaggio di Villa da quelle parti rientra nel programma mondiale messo in piedi dalla proprietà emiratina del Manchester City, che oltre al club inglese ha investito nel NYCFC, nel Melbourne Heart (rinominato con poca originalità Melbourne City, cambiandone anche i colori) e nei giapponesi dello Yokohama Marinos, di cui ha acquisito una quota. L'obiettivo è mettere insieme risorse, creare sinergie e dare un'immagine globale al brand "City".
Un piano che ha fatto alzare il sopracciglio a molti, visto che sembra possibile che non sia altro che un sistema per aggirae le regole UEFA del Financial Fair Play, per il quale quest'anno il City è già stato sanzionato. Un problema sollevato in passato anche dal manager dell'Arsenal, Arséne Wenger, in relazione al prestito di Frank Lampard, anche lui di proprietà del New York City FC ma in prestito al Manchester City almeno fino a gennaio, o forse oltre, come peraltro vorrebbe il giocatore. Un altro dei problemi del NYCFC.
Il caso del Melbourne City è quello più peculiare. Il CEO del gruppo Ferran Soriano, nel quadro della strategia globale dei Citizens, è infatti andato a prendere il secondo team di Melbourne, ultimo nella A-League 2013, trasformandolo da un club semiamatoriale ad uno con alle spalle l'organizzazione del Manchester City, i suoi soldi (di qui gli arrivi di Villa e, ad esempio, Damien Duff) e anche i suoi colori e nome. Un esperimento che al momento non sembra stia funzionando un granché.
E non sembra funzionare proprio a cominciare da Villa, che doveva essere il gioiello-esempio del programma. L'ex Barça, colui che - come ha scritto il Guardian - doveva "far sembrare la A-League come Fifa 15 settato a livello amatoriale", in quattro match giocati in Australia non è riuscito a regalare alcuna vittoria al suo nuovo club. Mentre certamente la sua classe è apparsa immediatamente molto sopra la media, è apparso da subito un estraneo in una squadra in cui è arrivato a pochi giorni dal calcio d'inizio stagionale. Il miglior risultato del Melbourne City con Villa in campo è stato un pari in trasferta, il peggiore un umiliante 5-2 subito nel derby con il Melbourne Victory.
I report dall'Australia descrivono il giocatore come spesso frustrato, se non addirittura infastidito nell'atteggiamento, e il capitano del del Melbourne City Patrick Kisnorbo ha ammesso che Villa è stato più una distrazione che altro. El Guaje (il ragazzo in asturiano) è sì andato in gol nei primi due match, ma l'unico vero valore aggiunto apportato sembra sia stato al botteghino. Ma anche lì, c'è il rovescio della medaglia, visto che molti tifosi locali sono rimasti delusi dell'atteggiamento del giocatore, che non appena partito per gli USA per presentare la maglia del NYCFC - identica a quella del Manchester City, ma che originalità! - ha visto i suoi compagni vincere dalla TV!
Un esperimento che oltre ad essere andato male, sta anche finendo peggio. Villa infatti avrebbe dovuto giocare 10 partite col Melbourne City, mentre a quanto pare lo spagnolo ha fatto capire di non averne intenzione. “Non so se tornerò", ha spiegato durante la cerimonia a NY. "E' complicato non poter giocare e competere, è differente ma mi sto allenando bene. E' stato un bene stare in Australia per un mese. Quando sarà il momento di competere [a fine febbraio, Ndr] sarò nella forma migliore. Un'attesa che aumenta il desiderio di giocare addirittura dpiù di quanto non ne avessi in passato". Comprensibile, ma poco professionale verso i tifosi australiani, e comunque preoccupante per City di NY, visto che a marzo Villa arriverà con alle spalle solo 4 partite vere in 8 mesi.
Villa va così ad aggiungersi alla lunga lista di grandi nomi che hanno deluso il pubblico australiano. La speranza è che almeno Villa una volta assestatosi a New York, e con alle spalle una preparazione fisica adeguata, possa mostrare ai (nuovi) tifosi del New York City FC quel valore che in Australia hanno potuto solo intravedere.
Fonte: The Guardian