A meno di 24 ore da un imbarazzante 3-0 casalingo col New England, seguito dalle critiche da parte delll'allenatore neozelandese Ryan Nelsen nei confronti del general manager Tim Bezbatchenko - colpevole secondo il coach di aver messo eccessiva pressione alla squadra - per Nelsen è arrivato l'esonero.
L'annuncio è stato dato dallo stesso Bezbatchenko in una conferenza stampa questa sera (vedi foto), in cui è stato contemporaneamente assegnato il posto di allenatore a Greg Vanney, 40 anni, sino ad oggi assistant GM e con in carico il settore giovanile, ed ex giocatore di LA Galaxy, Bastia (dal 2001 al 2005, arrivando sino alla finale di Coppa di Francia nel 2002) e DC United, tra le altre, oltre ad essere stato nazionale USA 36 volte e numero due del coach Robin Fraser al Chivas USA.
Insieme a Nelsen il TFC ha licenziato l'intero staff tecnico: gli assistant coach Fran O’Leary, Jim Brennan (primo capitano del TFC), Duncan Oughton, il preparatore dei portieri Stewart Kerr e quello atletico Adrian Lamb. All'assistant coach Jason Bent è stato invece offerto di rimanere col club.
Una rivoluzione evidentemente pensata da tempo, a seguito dei brutti risultati del Toronto FC, comunque ancora pienamente in zona playoff, ma che ha però avuto un'accelerazione improvvisa dopo l'attacco di Nelsen a Bezbatchenko, che venerdì aveva dichiarato che la squadra avrebbe dovuto iniziare a giocare meglio.
"Ho vinto la MLS, ci ho giocato per quattro anni, sono stato in Premier League per 10 anni, giocato i Mondiali, le Olimpiadi. Ho giocato molte partite sotto pressione", ha dichiarato Nelsen dopo pa partita persa coi Revs, "e una cosa che so è che questo match non era una partita di quelle [da grande pressione]". Nelsen non aveva apprezato l'uscita pubblica critica di Bezbatchenko.
“Ha avuto una ricaduta sui ragazzi", ha spiegato Nelsen riguardo le parole di Bezbatchenko. “Quello che facciamo al Toronto FC è lavare i panni sporchi in casa, teniamo le cose dentro le quattro mura. E giocatori, staff tecnico, ogni cosa, resta dentro le quattro mura".
Quella che non può essere negata è la pessima prestazione del TFC contro i Revs, e i due soli punti di vantaggio sul sesto posto.
L'esonero di Nelsen e dello staff tecnico arriva dopo che in settimana era stato reso noto che massimo nel giugno 2015 lascerà Toronto il CEO Tim Leiweke, l'autore del rilancio della società dell'Ontario, che in otto anni di vita non si è mai qualificata per i playoff, e portatore di una visione futura passata anche per un investimento da $100 milioni, con gli arrivi di Michael Bradley, l'inglese Jermain Defoe, e i brasiliani Julio Cesar (ora al Benfica) e l'attaccante Gilberto.
L'ulteriore novità di oggi è il possibile addio anche di Defoe, su cui c'è l'interesse del QPR di Harry Redknapp, e di cui Bezbatchenko non ha escluso la cessione, fors'anche solo in prestito, anche se non se ne comprenderebbe la ragione, viste le prove altalenanti di Gilberto e quelle non certo soddisfacenti dell'ex Aston Villa Luke Moore.
L'ex nazionale inglese, attualmente fermo per infortunio che lo terrà fermo sino alle soglie dei playoff, ha sino ad oggi segnato 11 reti in 16 match, dando un bero valore aggiunto al TFC sinché ha giocato con continuità. Chi invece sta almeno in aprte deludendo è invece Michael Bradley, forse stanco nel post Mondiale.
A Toronto intanto i tifosi sono in agitazione. Davanti a loro lo spettro di un ritorno a otto anni di cambi di allenatori, pessimi acqusiti e polemiche interne. Tutti sperano di sbagliare.