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Giuseppe Rossi: "Mi è dispiaciuto per l'eliminazione degli USA"
Scritto il 2014-08-14 da SoccerItalia su Nazionale USA

Lunga intervista di Giuseppe 'Pepito' Rossi alla Gazzetta dello Sport in cui l'attaccante della Fiorentina e della Nazionale azzurra, ma nato nel New Jersey, affronta molti argomenti: dal nuovo CT Antonio Conte ai brutti infortuni e un calcio nostrano in difficoltà, fino al suo tifo per Italia e USA, lui che ha scelto gli Azzurri da sempre, procurandosi non poche critiche oltre oceano.

Ecco gli spunti principali:

I Mondiali

«All’inizio avevo solo bisogno di andare via [...] di divertirmi. [...] Sono stato al mare alle Bahamas con la mia famiglia, poi sono tornato a casa e ho visto le partite dell’Italia e anche altre. Logico che abbia provato dispiacere per i miei compagni e per tutti quelli che lavorano per la squadra, e anche per l’eliminazione degli Stati Uniti. C’era tanta passione intorno al Team, avevano perfino inventato un coro, e i miei amici andavano al bar a vedere la partita con la maglia della nazionale americana addosso».

Su Antonio Conte CT

«Sappiamo quello che ha fatto con la Juve, gli scudetti sono lì a parlare per lui. Conte tira fuori il meglio da ogni giocatore, è un vincente e questa è una cosa molto importante».

Gli infortuni

«Io non sono di cristallo, so che per essere al cento per cento devo fare lavori specifici e allenarmi più di altri, ma non voglio sentirmi limitato. Ho avuto tre infortuni gravi in pochi anni, è logico che ci sia qualcosa di diverso nelle mie articolazioni e nel lavoro che devo fare, ma questo non deve significare che non posso reggere 90 minuti o più partite in una settimana, altrimenti che senso avrebbe tutto quello che ho fatto? Se non potessi giocare troppo spesso non potrei nemmeno ambire a tornare in Nazionale. No, io non lavoro per questo. Lavoro per poter fare quello che fanno tutti i giocatori».

Il campionato italiano e gli altri

«Da un punto di vista tattico e tecnico, non direi proprio [...] che la distanza fra le grandi squadre italiane e quelle europee sia tanta. A livello di gioco non sono preoccupato, è quello che c’è intorno che non va bene. In quel senso possiamo imparare da Spagna e Inghilterra».

Il suo essere americano

«Sinceramente non ho mai pensato di trasmettere agli altri il mio modo di intendere il calcio e lo sport. Io lo vivo a modo mio,
sono fatto così, ma nessuno è uguale a un altro. A me piace giocare e mi piace che la gente si diverta, e per vivere meglio i momenti importanti mi piace prendere spunti dai campioni di altri sport, tipo Federer e Kobe Bryant Mi piace vedere come si preparano alle situazionichiave, cercare di capire cosa passa nelle loro teste, come fa Kobe a prendersi sempre la palla più pesante restando calmo e come fa Federer a tirare un ace all’incrocio in un match point. Questa capacità di esser imperturbabili mi incuriosisce».

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Il livello di calcio che si vede in campo non sarà forse al pari delle top leagues europee, ma quando si parla di social media, i team MLS non conosco rivali. Un esempio? LA Galaxy e Portland Timbers si sono affrontate domenica notte allo StubHub Center di Carson (California), col team guidato da Caleb Porter uscito vittorioso 1-0 in trasferta. Ad un certo punto del match è accaduto che il difensore dei LA Galaxy Jelle Van Damme abbia provato ad intervenire su un pallone conteso con il colombiano Diego Chara. Da quanto si è potuto vedere in TV, tra i due non c'è stato alcun contatto, nonostante un notevole volo in terra di Chara. Simulazione quindi, ma l'arbitro ha deciso di presentare a Van Damme il primo cartellino giallo, cui tre minuti dopo ne è seguito un altro (stavolta colpa sua) lasciando così LA in 10. A quel punto, il social media team dei Galaxyy è... entrato in campo. are we doing this right? ☄️ #shootingstars #memes pic.twitter.com/8wds3Wnop8 — LA Galaxy (@LAGalaxy) March 13, 2017 Non male anche la reazione di Van Damme via Twitter ✌

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