Belgio-Stati Uniti chiude stanotte gli ottavi di finale del Mondiale brasiliano. Si gioca all’Arena Fonte Nova (capienza 48.747 spettatori), dove l’Italia il 22 giugno 2013 aveva messo paura al Brasile nella terza gara della Confederations Cup. È la sfida del calcio emergente; Jurgen Klinsmann, c.t. dal 29 luglio 2011 punta ai quarti, che gli Usa hanno raggiunto per l’ultima volta nel 2002.
Il CT ha molto lavorato sulla testa dei giocatori, anche per rimuovere le due sconfitte precedenti: 0- 1 a Bruxelles (settembre 2011) e 2-4 a Cleveland (maggio 2013). «Dobbiamo credere con forza alla possibilità di qualificarci; il Belgio ha fatto 9 punti nel girone e noi no; il Belgio è finito al primo posto del girone e noi no. Ma adesso comincia un altro Mondiale, c’è l’eliminazione diretta e io dico: ce la possiamo fare. Non voglio vedere giocatori che hanno paura del Belgio. In queste ore, ho ripetuto nello spogliatoio: yes, we can. Eravamo in un girone durissimo, ma ci siamo qualificati, mentre sono usciti Portogallo e Ghana. Non fermiamoci adesso; abbiamo ancora fame e dimostriamolo».
La filosofia del «pensiero positivo» ha portato Klinsmann, che compirà 50 anni il 30 luglio, a prenotare il volo di ritorno dopo il 13, la domenica della finale. «Se tutti ci batteremo al limite delle nostre possibilità personali, continuando ad essere squadra, possiamo andare ancora avanti. È così che va affrontata una Coppa del mondo, perché se davvero vogliamo entrare nell’élite delle prime dieci nazionali del mondo è questo il momento per farcela. Può anche succedere di andare a casa prima, ma bisogna pensare in grande, perché in un Mondiale da dentro o fuori può succedere di tutto».
Così Klinsmann ha molto insistito anche nell’allenamento sui calci di rigore. Lui è un esperto: da giocatore, con la Germania, aveva conquistato la finale di Italia 90, eliminando gli inglesi proprio ai rigori (errori di Pearce e Waddle, Gascoigne in lacrime), prima di battere l’Argentina. Operazione ripetuta a Euro 1996, sempre contro gli inglesi e sempre in semifinale (errore di Southgate), vincendo poi il titolo con i cechi. Da c.t. della nazionale tedesca, aveva eliminato nei quarti l’Argentina, prima di sbattere contro il muro italiano. «Battere i rigori in allenamento aiuta la mente a non avere paura nel momento più delicato. E soprattutto è possibile ragionare su come avvicinarsi a calciare i penalty, perché quando si parte dalla linea di centrocampo per andare sul dischetto, davanti a 60 mila spettatori, conta soltanto la testa e bisogna cancellare i cattivi pensieri».
Va bene la filosofia, ma Klinsmann, nelle ore della vigilia, è andato all’attacco della Fifa, non appena ha saputo che era stato designato l’arbitro algerino Djamel Haimoudi: «Potrà parlare con i giocatori belgi in francese; viene da un Paese che ha giocato nello stesso gruppo del Belgio e gli Stati Uniti hanno eliminato l’Algeria quattro anni fa. Spero che tutto questo non sia un problema. Fin qui ha diretto bene le due partite che gli sono toccate, ma non sono contento di questa scelta e non sono d’accordo con la Fifa, anche se so che scegliere un arbitro a questo punto del Mondiale non è facile».
Fonte: Corriere della Sera