Ci sono i precedenti a indicare la giusta via agli Stati Uniti, al debutto domani contro il Ghana. Tutte le volte che si sono qualificati per la seconda fase di un Mondiale, hanno almeno pareggiato nella gara d’esordio: vittorie nel 1930 e 2002, pari nel 1994 e 2010.
Insomma, se gli Usa vogliono cullare sogni di gloria, in un girone peraltro difficilissimo, non possono commettere passi falsi domani a Natal. «Lo sappiamo - riconosce il centrocampista Michael Bradley, ex AS Roma - e per questo concentreremo tutti gli sforzi su questa prima partita, sapendo che un buon risultato ci darà il miglior viatico». In realtà, guardando agli altri due avversari (Germania e Portogallo), la vittoria è d’obbligo.
Bestia nera Il Ghana, però, è la nazione che ha tarpato le ali agli americani nelle ultime due edizioni della Coppa del mondo: quattro anni fa li eliminò agli ottavi per 2-1, nel 2006 con lo stesso punteggio li battè nel girone.
Solo quattro statunitensi presenti nel 2010 dovrebbero giocare titolari domani: lo stesso Bradley, il portiere Howard e gli attaccanti Clint Dempsey e Jozy Altidore. «Il Ghana è una squadra ricca di talento, certi giocatori possono farti male in un attimo se non stai attento», avvisa il c.t. Jurgen Klinsmann. Dopo essersi allenati per quattro giorni nel clima autunnale di San Paolo, gli americani hanno viaggiato venerdì verso Natal, città tropicale a 400 miglia dall’equatore.
Clima La prima partita ospitata dall’Estadio Das Dunas, vinta dal Messico sul Camerun, si è giocata sotto un acquazzone: le previsioni dicono che pioverà ancora oggi e che domani ci saranno delle schiarite. «Qualsiasi condizione meteo troveremo, pioggia, caldo, umidità, noi ci faremo trovare pronti», taglia corto Klinsmann, il quale ha preparato meticolosamente il Mondiale, con due settimane di ritiro in Brasile a gennaio. «Vinciamo noi - chiosa Howard - poi potremo focalizzarci sul Portogallo. Non ha senso guardare oltre».
Fonte: Gazzetta della Sport