Magari il gioco non sarà entusiasmante, ma i risultati arrivano - vittoria sul Ghana e pari subito solo all'ultimo dal Portogallo - e gli Stati Uniti dimostrano di essere una Nazionale che può avere un ruolo a livello mondiale, comunque vada l'ultima partita del Gruppo G giovedì contro la Germania.
L'a vera novità per gli USA è però che la Nazionale sta diventando una vetrina per la MLS, presente nei 23 chiamati da Jurgen Klinsmann con 10 giocatori, su un totale di 31 sparsi tra le varie nazionali (ad es. Tim Cahill con l'Australia, Julio Cesar col Brasile, ecc.). Va detto che nel 2010 erano 11 i giocatori MLS sotto la guida di Bob Bradley in Sudafrica, ma quello che è cambiato è il ruolo e il numero di quelli in campo dall'inizio.
Una situazione che chiaramente non può che far piacere al commissioner della MLS, Don Garber: “I nostri ragazzi sono messi alla prova. Vogliamo che la lega sia considerata una scelta top da parte dei giocatori di tutto il mondo, e questo è un processo che inizia col diventare un punto di arrivo per i migliori giocatori americani". Una dichiarazione che chiarisce il perché delle ingenti spese per riportare a casa gente come Clint Dempsey e Michael Bradley, e dell'investimento in termini di ingaggi su alcuni dei migliori giovani, quali ad esempio Matt Besler e Graham Zusi dello Sporting KC, tutti protagonisti in Brasile, quest'ultimo con due assist.
Manca ancora un po' al 2022, data entro la quale la MLS vuole posizionarsi tra i migliori campionati al mondo, ma nel frattempo il piano è chiaro: più squadre e sempre più talenti. Il primo punto avanza senza intoppi: il New York City FC e l'Orlando City SC entreranno nel 2015; poi nel 2017 toccherà ad Atlanta e a Miami, se riuscirà a risolvere il problema stadio, con Sacramento come possibile alternativa. Per l'ultimo posto - per ora - sembra favorita Minneapolis.
Se invece si parla di giocatori, l'anno prossimo la MLS metterà in mostra gente come Kakà (Orlando), David Villa e Frank Lampard (NYCFC), e in più ci si attende qualche altro nome di risposta. ”Senza dubbio mi aspetto di vedere i nostri club ingaggaire alcuni dei giocatori reduci dal torneo", spiega Garber. Alcuni esempi possibili? Samuel Eto'o e Didier Drogba, per fare due nomi top, o meglio qualche nome nuovo à la Andres Guardado (Messico) o Celso Borges (Costa Rica), o magari gli americani Jermaine Jones, Jozy Altidore e DaMarcus Beasley. Il tutto accompagnato dalla crescita dei talenti locali e di quelli di improtazione dal Centro America pronti poi a prendere il largo per l'Europa. In quest'ultimo caso, si pensi ad uno come il difensore centrale del Columbus Crew, Giancarlo Gonzalez, un muro col suo Costa Rica nei match vinti contro Uruguay e Italia.
Perché il boom mondiale dei giocatori MLS è importante per la lega? Lo è perché è dimostrato che il Mondiale trascina tutto il movimento calcistico americano. Iniziò nel 2002 , con gli USA ai quarti di finale e la ripresa della MLS dopo la contrazione che aveva visto sparire il calcio da Miami e Tampa. Senza poi consierare che tutte le partite più seguite sulle TV americane arrivano subito dopo i Mondiali.
Nessuna preoccupazione di troppo calcio in TV per Garber: “Il nostro approccio è: più calcio c'è e meglio è". Tanto più ch Nazionale e MLS sono totalmente connessi anche dal punto di vista economico, visto che i diritti TV li hanno venduti insieme a ESPN e Fox lo scorso maggio.
Per gli USA non sarà facile giovedì contro la Germania, visto anche che il concetto di "biscotto" - noto da noi ma anche in Germania (si ricordi Austria vs Germania Ovest dei Mondiali 1982) - non fa parte della cultura americana. Ma comunque vada, la MLS uscirà alla grande da questo Mondiale: "Abbiamo tanti giocatori a rappresentare i rispettivi paesi in Brasile, ma allo stesso tempo stanno sventolando la bandiera della Major League Soccer”.