Va in scena stasera alle 22 all’Arena Pernambuco di Recife l’ottavo di finale più incredibile che questo Mondiale potesse proporre: Costa Rica contro Grecia. Due settimane fa, dopo il 2-1 all’Inghilterra, si pensava che questa potesse essere la partita dell’Italia. Invece i Ticos (numero 28 nella classifica Fifa), che
si erano presentati battendo l’Uruguay (3-1), hanno sconfitto gli azzurri e pareggiato con gli inglesi: non soltanto si sono qualificati agli ottavi (era già accaduto a Italia 90), ma addirittura da primi nel gruppo
D, quello delle tre squadre campioni del mondo (7 titoli in tutto). Dall’altra parte, ci sono i greci (numero 12 nel ranking), che hanno conquistato la qualificazione (secondi nel gruppo C), all’ultimo minuto di recupero della partita con la Costa d’Avorio, sul rigore di Samaras, che è senza contratto, dopo sei anni al Celtic.
La Costa Rica si presenta a questo appuntamento dopo aver messo in vetrina un calcio super-organizzato,
come non si vedeva da anni fra nazionali: ha subito un solo gol (su rigore); ne ha segnati quattro (Campbell, Duarte, Urena e Ruiz); ha stupito tutti per i movimenti di squadra, ma anche per qualche individualità come Bryan Ruiz e Joel Campbell, che l’Arsenal ha prestato all’Olympiacos (per lui quasi un derby).
L’impresa dei Ticos ha entusiasmato il Paese: un gruppo di deputati ha chiesto di conferire la cittadinanza
onoraria al c.t. Jorge Luis Pinto, 62 anni da compiere il 16 dicembre, colombiano di San Gil e di decretare il 20 giugno, data della qualificazione agli ottavi (dopo l’1-0 all’Italia), «giornata nazionale del calcio».
Ora, che si deve convivere con il rischio di tornare a casa, si capirà se la Costa Rica rappresenta il miracolo calcistico dell’anno oppure se è una buona squadra che ha azzeccato una congiuntura stellare favorevole nelle prime tre partite, ma che non può durare.
Questo clima di curiosità e di stupore intorno ai Ticos, non ha turbato Pinto, che non vuole chiudere contro i greci il suo Mondiale e che in tre anni di lavoro ha trasformato la Costa Rica in una vera squadra: «Non so se questa volta siamo i favoriti; adesso tutti però conoscono il nostro valore. Giochiamo nello stadio dell’1 0 all’Italia e speriamo ci porti fortuna. Ho il massimo rispetto per la Grecia, lo stesso che avevo per nostri avversari del girone, tutti campioni del mondo: ha meritato la qualificazione, sa difendersi come poche altre squadre e la fase difensiva è sempre importantissima. Per questo spero in un nostro gol in tempi brevi, perché più si va avanti e più diventa difficile contro avversari così bravi anche in contropiede. I miei giocatori sono motivatissimi; il gruppo è solido e queste prime tre partite ci hanno aiutato a crescere».
E ha preparato, come sempre, il vestito della festa, perché nessuno in panchina è più elegante di Pinto, che usa camicie con i gemelli e abiti fatti su misura. Questa idea della Costa Rica favorita non dispiace al c.t. della Grecia, il portoghese Fernando Santos. Ieri ha risposto alle domande con cortesia, ma con la solita faccia di uno che sembra proprio disperato, sapendo che tanti suoi colleghi avrebbero voluto essere al suo posto. Il portiere titolare Karnezis, che si era infortunato con la Costa d’Avorio, è in dubbio, ma è pronto Glykos. Kone è out; tocca alla vecchia guardia (Karagounis e Katsouranis) e a un po’ di Italia non proprio stellare (Torosidis e Christodoulopoulos). Magari, se stasera si qualifica la Grecia, Santos riuscirà anche a sorridere. Senza esagerare.
Fonte: Corriere della Sera