(@MicheleTossani) Hai ragione tu! Nel momento in cui Vasco Rossi comincia il suo ennesimo tour, prendiamo a prestito le parole di una delle sue canzoni per esaltare Jurgen Klinsmann. (Quasi) tutti avevano dato gli USA perdenti e pronti a uscire da un gruppo G definito 'della morte', perché comprendente Germania, Ghana e Portogallo. E invece... invece Klinsmann ha avuto ragione. Aveva detto che i suoi sarebbero stati pronti e lo sono stati. Aveva detto che si poteva fare a meno di Landon Donovan e si è visto come lo USMNT abbia giocato bene anche senza la celebrata star dei Los Angeles Galaxy.
Ma Klinsmann ha avuto ragione anche nella decisione di infarcire la squadra di Tedesco-Americani, di giocatori cioè nati e cresciuti in Germania ma dalle origini Americane. Mentre altre Nazionali, vedi Italia e Spagna, non hanno avuto successo con la politica degli oriundi (basti pensare a Gabriel Paletta e Dario Costa), gli Stati Uniti, nonostante le critiche iniziali da parte di media e fans, non soltanto hanno inserito alla grande questi giocatori nel gruppo, ma hanno anche ricevuto riscontri positivi sul campo.
Un nome su tutti è quello di Jermaine Jones. Figlio di un militare americano, Jones ha vissuto negli USA prima di trasferirsi in Germania con la madre. Potendo scegliere fra Germania e USA, Jones aveva inizialmente optato per la nazionale tedesca. Fino a quando un cambio di regolamento della FIFA ha permesso al centrocampista, nel 2009, - quando CT era ancora Bob Bradley - di abbracciare il progetto americano. Dopo essersi fatto un nome nella Bundesliga, indossando le maglie di Eintracht Frankfurt, Bayer Leverkusen, e, in particolar modo, Schalke 04, Jones ha lasciato la Germania agli inizi del 2014 per raggiungere i turchi del Besiktas.
Il suo Mondiale, fino a qui, è stato eccellente. Quando, la scorsa primavera, Klinsmann ha deciso di cambiare lo schema base della nazionale, passando ad un 4-3-1-2, Jones era stato inizialmente provato come centrocampista davanti alla difesa. Tuttavia, le sue prestazioni nella posizione avevano lasciato a desiderare, tanto che si era ventilata per lui l'ipotesi della panchina durante la spedizione brasiliana. Invece, Klinsmann aveva altri piani ed anche questa volta le sue idee si sono rivelate vincenti. Il tecnico tedesco ha infatti inserito Kyle Beckerman nel ruolo alla Andrea Pirlo, spostando Michael Bradley come trequartista ed inserendo due centrocampisti in copertura accanto al playmaker del RSL. Una di queste ultime due posizioni è andata a Jones che, spostato qualche metro più avanti, ha potuto esprimere al meglio quelle che sono le sue qualità, vale a dire la capacità di rubare palloni unita alla velocità nel ribaltare l'azione in contropiede.
E proprio queste qualità sono venute fuori durante il girone mondiale. Contro il Portogallo, Jones ha infarcito le sue prestazioni con un magnifico goal. Prima, contro il Ghana, una prova soddisfacente. Dopo, contro la Germania, la miglior prova offerta fino ad ora in questo Mondiale. Infatti contro i Tedeschi Jones non soltanto ha contribuito alla fase difensiva nel primo tempo, aiutando Beckerman, Brad Davis and Graham Zusi a contenere le pericolose mezzepunte di Joachim Löw, ma è anche riuscito a spingersi in avanti, fino ad affiancare Clint Dempsey in attacco durante i ribaltamenti di gioco.
Un lavoro di raccordo quindi, svolto egregiamente e che ha permesso agli USA di mantenere i collegamenti fra i reparti di centrocampo e di attacco anche quando il giocatore deputato a fare questo, cioè Bradley, ha avuto alcuni momenti di appannamento. Sicuramente Jones è risultato essere il miglior centrocampista americnao di questa prima parte di Mondiale.
Ma non è finita qui: Klinsmann avrà ancora bisogno di Jones, a partire dalla delicata sfida contro il Belgio, dove probabilmente il giocatore del Besiktas dovrà aiutare centralmente la squadra americana contro le inscursioni dalla sinistra di Eden Hazard nel match degli ottavi che vedrà gli USA contro la possibile sorpresa di questo Mondiale, il Belgio.