Essere un paese felice non vuol dire essere un paese da operetta. La Costa Rica che ha steso i rivali uruguaiani vive allegramente la vendetta e lo specchio della piccola nazione è donna Laura Chinchilla, ex presidente della Repubblica, che si presenta a Casa Costa Rica, un albergo anni Settanta affacciato su una strada trafficata di Gonzaga, Santos, accompagnata dal papà e dal marito e si mette a conversare con un corrispondente di Radio 107.1 FM in una interminabile diretta.
Doña Laura l’altra sera ha festeggiato assai. «Un’emozio- ne incredibile, non mi ero resa conto di essere nella tribuna d’onore e quando ho rivisto le immagini dell’esultanza mi so- no un po’ vergognata. Ma era un così grande onore indossare la camiseta, che non ho saputo trattenermi. D’altra parte le ga- re di qualificazione sono state giocate durante il mio governo e io mi sento coinvolta».
Tranquillità Non c’è stato di allerta davanti all’hotel Mendoza Plaza, non ci sono tifose che si strappano i capelli. Fuori, una piccola bandiera e un poster con su scritto «Benvenuta Costa Rica», più qualche decina di curiosi e una troupe della Bbc in attesa del ritorno dei vincitori. La squadra si è alle- nata la mattina presto a Fortaleza prima di salire sull’aereo che li ha riportati a San Paolo e quindi Santos.
«Si allenano sempre la mattina presto», spiega un cronista tico stupito dello stupore europeo: a Santos il clima è mite e non ci sarebbe bisogno di allenarsi alle otto per difendersi dall’umidità e dal caldo. «Ma così hanno più tempo al pomeriggio. Descanso, relax». Ritmi giusti, si direbbe, per ottenere successo: la piccola nazione ha partecipato tre volte al Mondiale, questa è la quarta, ma sente bruciare la partecipazione sfuggita quattro anni fa.
Qui vicino c’è il ritiro dei messicani, tradizionali nemici dei costaricani, eppure la rivalità pallonara con l’Uruguay è ormai più profonda, a causa del play off del 2010 che ha escluso la formazione cen- troamericana dal Mondiale in Sudafrica.
Dolce vendetta Ed è questo che rende così speciale tutto. I giornali uruguaiani dopo l’ultima amichevole persa avevano ironizzato sulla qualità della squadra di Pinto («Costa Povera») e i giocatori covavano vendetta.
Sono tranquilli, questi costaricani, ma determinati. Dicono: «Non pensate che contro l’Italia ci paralizzi la paura». Il paese è già in festa perché mai la squadra aveva segnato tre gol in una partita di una fase finale mondiale, però non basta a placare Joel Campbell e i suoi compagni. «La squadra è molto unita e l’unione fa la forza», spiega filosofica l’ex presidente. «Abbiamo giocatori di grande futuro come Joel, sicurezze come Navas e altri protagonisti, ma quello che è successo contro l’Uruguay è il frutto della somma di tutte queste personalità, ed è lo specchio del paese nel quale vi- viamo. Lei mi chiede perché la Costa Rica è definita la nazione più felice del mondo e glielo spiego subito: i costaricani hanno una somma di situazio- ni positive che producono equilibrio e benessere. Le relazioni fra le persone sono facili, le famiglie sono importanti, chi ha problemi economici può usufruire dell’aiuto dello stato. La gente si sente sicura, e sta bene».
Ambizioni Non è uno spot elettorale, Doña Laura ha finito il suo mandato poco più di un mese fa. Forse è davvero la fotografia di un popolo che è rappresentato qui da 1500 affezionati, molti dei quali piangevano di gioia dopo i tre gol all’Uruguay. La Costa Rica, pa- ese dehooliganizzato, è però pieno di passione per il calcio e per questa squadra composta per la maggior parte di giocatori che hanno affinato in Scandinavia il gusto del calcio senza stress. Inutile dire che Doña Laura, come i suoi connazionali, in queste ore sta ripassando la storia di Davide e Golia.
I precedenti
Tra l’Italia e la Costa Rica c’è un solo precedente: è datato 6 giugno 1994. Fu un’amichevole prima del Mondiale Usa. A decidere il match bastò una rete dell'ex cannoniere della SS Lazio Beppe Signori. Era l’Italia di Pagliuca, Baresi, Costacurta e di Roberto Baggio. In panchina sedeva Arrigo Sacchi. Per la squadra centroamericana quella in Brasile è la quarta partecipazione ad un Mondiale. Anche nel 1990 la Costa Rica aveva esordito nel torneo con una vittoria: 1-0 contro la Scozia. Stessa partenza positiva nel 2002: k.o. 2-0 la Cina. Nel 2006 venne, invece, sconfitta 4-2 dai padroni di casa della Germania. Gli ottavi del 1990 sono il risultato record.
Fonte: Gazzetta dello Sport