Al Dodgers Stadium, di fronte ai Los Angeles Galaxy in piena forma e vogliosi di far bene con un Donovan in gran spolvero, la squadra di Conte è apparsa deconcentrata: errori a centrocampo, distrazioni in difesa, si salvano solo gli attaccanti. E ora affronterà la perdente tra Valencia e Inter per evitare l'ultimo posto nella Guinness Cup
Davanti ci sono un sacco di se e di ma non indifferenti, la preparazione fisica, il calcio effimero dell’estate, i Nazionali in ritardo, ma diciamo che la sconfitta della Juve con i Los Angeles Galaxy non è proprio un figurone. Contro un nemico armato certamente di grande buona volontà, ma con dose di talento al minimo sindacale, e che tre giorni fa era stato preso a pallonate dal Real Madrid, con medesimo risultato.
Il peggio alla fine, cartolina della serata: Pirlo che tocca maldestramente in mezzo alla propria area, dove Robbie Keane, ex interista, prende, salta Storari e fa esplodere il Dodger Stadium. Da questi parti ci sono gli assi del baseball, questa è casa loro, e del basket, poche miglia da qua, allo Staples Center, non ancora nel calcio. Tutto lo stadio si è goduto la faccia nerissima di Antonio Conte, inquadrato in primo piano sullo schermo gigante. Meno male che si è limitato a scuotere la testa, evitando gli improperi.
S’era intuita la caduta bianconera, visto che nei primi venti minuti bisognerebbe aggiornare il tabellone che ha all’orizzonte le colline di Hollywood: è LA Galaxy contro Buffon, strepitoso su Landon Donovan (10’) e sul centrocampista brasiliano Marcelo Sarvas (17’), che gli sparava sull’uscio di casa. Senza Gigi sarebbe stata subito notte fonda, per una Juve che ancora paga il pesante lavoro atletico. Ma non è sarà solo questione di muscoli. Da quanto tengono la palla gli americani, è solo questione di tempo. Difatti, il gol arriva al 36’: sull’uscita temeraria dalla trincea di Ogbonna, Juninho arma il lancio verticale per Omar Gonzalez, che brucia Bonucci e salta Buffon con un bel colpetto sotto. Visto che però l’orgoglio non va in officina, la Juve ci mette tre minuti per pareggiare: cross di De Ceglie, tiro di Quagliarella, e tap-in vincente di Matri, nel traffico il più sveglio di tutti. Conte, come annunciato, mischia gli uomini, innestando nella squadra che aveva giocato mercoledì a San Francisco alcuni nazionali. Fisiologicamente, anche più imballati dei colleghi.
Secondo tempo, seconda squadra: l’allenatore juventino ne cambia nove, con unici superstiti Ogbonna e Asamoah, che uscirà a metà tempo, per Vucinic. Non spunterà invece Tevez, a riposo per un piccolo risentimento. Sul 2-1, di Donovan, su svarione nella traquarti di Vidal, il tecnico spedisce dentro anche Vucinic, appunto, che va a fare il tridente insieme a Llorente e Giovinco. Juve in versione 4-3-3, come nell’autunno del 2011, all’inizio dell’Era Conte. Sarà una soluzione tattica anche quest’anno, quando si dovrà recuperare. E la Juve ci prova, con formazione tosta, se non ancora nelle fibre muscolari, certo per nomi, classe ed esperienza. Niente.
Ma al gol ci va solo vicina, con Llorente, che tocca fuori in corsa un buon cross di Giovinco. Finisce con il regalone di Pirlo, che attiva il gps sul mappamondo sbagliato: 3-1 e Conte non proprio felicissimo.
Martedì la Juve giocherà contro la perdente tra Inter e Valencia, per evitare l’ultimo posto. Brutale e forse troppo sbrigativa conclusione: per essere competitiva, a qualsiasi livello, la Juve ha bisogno di essere tirata a lucido fisicamente, altrimenti tanti saluti. Gente come il Real, invece, potrebbe pure trovarsi in spiaggia a Santa Monica, in vacanza, e incantare lo stesso. Per fortuna dei bianconeri, il campionato e la Champions sono lontani: la squadra vera, dovrà essere un’altra.
REAL MADRID OK
Il Dodgers Stadium, abituato alle maratone del baseball, prima di Juventus-Galaxy ha ospitato Real Madrid-Everton: gli spagnoli si sono qualificati per la finale della Guinness Cup battendo per 2-1 gli inglesi ma dominando in maniera molto più smaccata di quanto dica il risultato. Hanno segnato, nel primo tempo, Ronaldo su assist di Oezil e Oezil su assist di Rolando, nella ripresa ha accorciato le distanze il croato Jelavic. CR7 è stato spesso devastante, ma è piaciuto molto anche il ventenne Jose Rodriguez, lanciato nella ripresa da Ancelotti: "E' giovane ma ha un grandissimo talento". Il Real sfiderà la vincente di Chelsea-Milan, in programma questa notte: "Chiunque troveremo, per me sarà un'emozione", ha detto Carletto, che incrocerà un pezzo del suo passato.
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LA GALAXY-JUVENTUS 3-1
La Galaxy (4-4-2): Rowe, DeLaGarza, Gonzalez, Leonardo, Dunivant (20’ st Franklin), Stephens (20’ st Zardes), Juninho (39’ st Garcia), Sarvas, Rogers (39’ st Jimenez), Villarreal (1’ st Keane), Donovan (39’ st Lauren). All. Arena.
Juventus (3-5-2): Buffon (1’ Storari), Caceres (1’ Barzagli, 33’ st Peluso), Bonucci (1’ st Chiellini), Ogbonna, Isla (1’ st Lichtsteiner), Padoin (1’ st Vidal), Marrone (1’ st Pirlo), Asamoah, De Ceglie (1’ st Marchisio), Matri (1’ st Llorente), Quagliarella (1’ st Giovinco). All. Conte
Arbitro: Toledo (Usa).
Reti: nel pt 36’ Gonzalez; 39’ Matri; nel st 15’ Donovan, 43’ Keane
Spettatori: 40.681