Omar Ortiz, detto «el gato», fino al 2010 portiere titolare del Monterrey (squadra vincitrice dell'ultima edizione della CONCACAF Champions' League nella finale contro il Real Salt Lake) poi squalificato per positività all'antidoping è stato arrestato dalla polizia messicana insieme ad altre quattro persone.
Ortiz era diventato un cacciatore di prede - che sceglieva tra i ricchi della capitale economica del paese, Monterrey, gente che conosceva bene - per una banda di rapitori. Secondo la magistratura i banditi hanno ammesso 20 rapimenti, tutti conclusi con riscatti non elevati, il 10% dei quali finiva nelle tasche di Ortiz. Un fenomeno, quello dei rapimenti lampo, purtroppo molto diffuso in Messico.
Brutta, e a questo punto definitiva fine di carriera per il 35enne portiere che ha esordito nel 1997 col Club de Fútbol Monterrey, passando poi per Atletico Celaya (guadagnandosi anche una presenza in Nazionale nella Gold Cup 2002, contro il Guatemala), Jaguares de Chiapas, Necaxa e Atlante, in cui nel 2009 giocò anche contro la Houston Dynamo nella semifinale di Champions.
Nel maggio 2010 arriva la squalifica di due anni per essere risultato positivo due volte agli steroidi in Copa Libertadores col Monterrey.